La Ségavëcia o Segavecchia è una festività romagnola che si tiene il giovedì di mezza Quaresima.

Secondo la leggenda una donna quel giorno, anticamente dedicato alla penitenza e al digiuno, invece di fare astinenza dalla carne mangiò un salsicciotto e fu quindi condannata a morte e giustiziata per stregoneria. Oggi la “vëcia da sghè” viene segata nella piazza del paese e dal suo ventre escono giocattoli e dolci per i bambini.

Questa tradizione risale al rito del sacrificio dell’ultimo covone: al termine della mietitura con le ultime spighe raccolte veniva realizzato un fantoccio che veniva onorato e poi distrutto per placare il risentimento della pianta che era stata violata. In origine con il termine “vecchia” veniva indicato l’ultimo fascio di grano raccolto, mentre in romagnolo “sghè” significa anche “mietere” oltre che “segare”. Con il tempo quindi “mietere l’ultimo covone” è diventato “segare la vecchia”.