Il Mazapégul è un folletto appartenente al folklore della Romagna, in particolare dell’Appennino forlivese. L’origine del Mazapégul risale a credenze e superstizioni appartenenti alle popolazioni celtiche, che occuparono la Romagna prima dell’arrivo dei romani.

La creatura viene descritta come un incrocio tra un gatto e una scimmia, piccolo, col il pelo grigio e con indosso un berretto rosso. Si dice che entri dentro le case di notte e che giaccia con le belle ragazze; qualora la donna le sarà sottomessa allora lo spiritello la aiuterà nelle faccende domestiche, mentre in caso contrario inizierà a farle dei dispetti.

Per liberarsi dal Mazapégul, la ragazza deve mangiare del pane di notte mentre fa i suoi bisogni; il folletto tornerà un’ultima volta la notte seguente e, sdegnato dalla scena, urlerà “Brota troja, porca, vaca, t’megn et pess et fê la caca” (Brutta troia, porca, vacca, mangi, pisci e fai la cacca) e non farà più ritorno.